La parola assertività è spesso sconosciuta ed incompresa. O ne si ignorano significato ed importanza o la si ritiene affare di business man o altre figure appartenenti a mondi quali marketing, politica, pubblicità che hanno interesse a padroneggiarla per “vincere”, “manipolare”, “persuadere”.
Insomma, di certo non deve essere caratteristica di animi gentili e cuori aperti. Qui sta l’errore, mucchi di errori, pertanto a qualunque categoria apparteniate, mi rivolgo anche a voi. Facciamo un po’ di chiarezza.
L’assertività è un modo sano, onesto e diretto di esprimere con gentilezza a se stessi e agli altri i propri sentimenti, bisogni, emozioni ed una volta fatto questo, agire di conseguenza. Da questa semplice definizione si apre un mondo. Per comprendere, è necessario fare un passo indietro.
Molte persone, fin da piccole, sono cresciute occupandosi e preoccupandosi costantemente degli altri, di cosa pensassero e provassero i genitori, i fratelli, tutti, e desiderando ardentemente farli felici e sentirsi accettati e amati. Spesso abbiamo dovuto imparare a farlo per sopravvivere e adattarci all’ambiente in cui ci trovavamo e col tempo siamo diventati esperti: esperti intrattenitori, esperti a leggere le emozioni sul viso degli altri. Questa – che è sicuramente una forza e come tale vi invito a usarla – è stata però imparata a caro prezzo. Ovvero, ci siamo messi in coda a tutte le altre cose da fare e bisogni da soddisfare e abbiamo dimenticato noi stessi. Abbiamo perso, a vari livelli, coscienza di chi siamo, di cosa ci fa bene, di cosa desideriamo. Non ci occupiamo di noi stessi perché non sappiamo come si fa, né cosa ci serve. Ci consumiamo nel prenderci cura degli altri perché vogliamo a tutti i costi sentirci amati e importanti. Fino a quando capiamo – la vita ci insegna – che così non va.
Lo sviluppo dell’assertività riguarda tutti, in particolare chi risponde SI a queste domande:
Cominciamo per il momento con queste domande. Consiglio di rispondere con onestà e di fidarsi dell’intuizione (che, ahi, potrebbe essersi atrofizzata negli anni se abbiamo soffocato bisogni e sentimenti a favore di quelli degli altri). La buona notizia è che ci si può lavorare.
Sviluppare l’assertività è come ricominciare a usare un muscolo fermo da tempo. Richiede costanza, dedizione e desiderio.
Il desiderio di riportare equilibrio e armonia nei propri rapporti intimi e non.
Il desiderio di far uscire la propria voce senza sentirsi in colpa né scusarsi subito dopo.
Il desiderio di mostrarsi ed essere visti per chi realmente siamo.
Il desiderio di uscire nel mondo eretti, veri, pieni d’amore e compassione per noi stessi e gli altri.
Attenzione, utilizzare l’assertività non vuol dire imporre i propri bisogni, dimenticarsi degli altri, smettere di essere gentili e chiudere il cuore, rinnegare la propria capacità di empatia e la propria sensibilità. Vedremo in un prossimo articolo la differenza tra essere assertivi ed essere aggressivi: sono due cose molto diverse.
Esprimerci assertivamente vuol dire, anzi, usare e affinare empatia e sensibilità in un modo che ci assicura che la stessa cura che desideriamo avere per gli altri non manchi a noi stessi. Che i bisogni miei e tuoi contano allo stesso modo. Che se mi prendo cura adeguatamente di me stesso, posso aiutarti con gioia ed energia. Che se non mi sento rispettato in una situazione, mi amo a sufficienza da uscirne. Che chiedo con gentilezza ciò di cui ho bisogno perché non dubito più di meritarmelo. Perché conosco il mio valore ed il tuo valore. E così via.
Nel prossimo articolo entrerò più dettagliatamente nell’argomento. Vi aspetto lì!
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[…] dunque, dall’articolo precedente dove abbiamo visto come usare l’assertività per esprimere i propri bisogni, ampliando la definizione di assertività. Per chi non l’avesse letto, consiglio di andare a […]