Quando pensiamo al fatto di dover perdere peso, spesso iniziamo subito a pensare a ciò che dovremo mangiare e ciò sarebbe opportuno evitare. Le domande tipiche che ci facciamo ruotano attorno al contenuto calorico dei cibi, a quanti carboidrati mangiare, ecc…
Esistono un’infinità di diete, tutte incredibilmente efficaci, eppure la maggior parte delle persone vive con estrema difficoltà il fatto di controllare il proprio regime alimentare e, pur armate di buone intenzioni, accade di frequente che si decida di cominciare una dieta, perdere peso, ma non riuscire poi a mantenere un peso stabile e, a lungo andare, riprendere tutti i chili persi inizialmente, con profonde sensazioni di frustrazione e arresa.
Ciò che la maggior parte delle volte ignoriamo, quando si pensa alla perdita di peso, è il fatto che ad avere un’influenza importante, sul buon esito o meno della scelta intrepresa, è il modo in cui viviamo e gestiamo il cambiamento connesso alla decisione di intraprendere una dieta stessa. Se, da un lato, è importante concentrarsi sull’alimentazione e su ciò che è opportuno e non opportuno mangiare, è altrettanto importante concentrarsi sulle motivazioni che ci spingono a voler perdere peso: siamo realmente motivati e pronti a cambiare il nostro stile di vita? Se la risposta è no, è meglio rimandare la decisione di iniziare una dieta.
La grossa difficoltà, infatti, risiede nelle resistenze a cambiare il proprio regime alimentare, ad abbandonare routine, abitudini, gusti, piatti a cui siamo profondamente legati e che, ormai quasi automaticamente siamo portati a preferire e mangiare.
Qui di seguito vengono forniti 3 suggerimenti per iniziare a vivere e accettare con maggiore consapevolezza il processo di cambiamento che desideriamo attuare al nostro stile alimentare.
Se ti sei posto l’obiettivo di perdere peso, considera i seguenti tre fattori:
Ad esempio, l’obiettivo di mangiare la frutta come dessert, al posto della torta, è un obiettivo specifico e può essere chiaramente monitorato. Al contrario evitare di mangiare cibi contenenti grasso, è troppo generico, eccessivamente ambizioso e “pericoloso” dal momento che, un divieto totale, induce –spesso- a trasgredire e a cedere mangiando cibi ad alto contenuto calorico.
Prima di decidere in che modo impostare il tuo nuovo stile alimentare, prova, per tre settimane, a pensare a te stesso come ad uno “scienziato” che ha il compito di osservare il proprio personale modo di mangiare e lo stile di vita in generale.
Per facilitare il compito, potrebbe essere utile tenere un diario nel quale appuntare cosa e quanto mangiato, quanto movimento fate, quando mangiate spinti dalla fame o per altri fattori (ansia, preoccupazione ecc…), in quali momenti cedi alle abbuffate.
Questo monitoraggio vi aiuterà a prendere maggiore consapevolezza delle trappole e delle routine che vi impediscono di intraprendere un cambimaneto efficace.
Per incentivare ulteriormente la motivazione al cambiamento e per monitorare il proprio stato di salute, in particolar modo in situazioni quali obesità, problematiche come cardiopatie, diabete ecc, è consigliabile rivolgersi ad un team di professionisti: dietisti da un lato e coach alimentari psicologi dall’altro. Un supporto professionale, infatti, è utile per ottenere un feedback esterno e per non “perdere la bussola”, interrompendo la dieta, di fronte al primo ostacolo.
Modificare il proprio stile di vita a favore di uno più sano ed equilibrato, può non essere semplice, perché richiede un impegno costante e un buon livello di consapevolezza dei propri stati d’animo, ma non per questo è impossibile.
Il training alimentare integrato da me proposto, è in grado di fornire un bagaglio di strumenti utile a facilitare e consolidare nuovi e sani comportamenti alimentari.