Per sconfiggere la paura devi prima conoscerla.
La paura è un’emozione onnipresente, inevitabile e, quindi, normale dell’uomo. Di alcune paure siamo consapevoli, mentre altre sono più profonde e nascoste e, non credendo neppure di averle, diamo loro carta bianca per agire e, spesso, sabotare liberamente a destra e a manca nelle nostre esistenze. Quando non indagate e portate alla luce influenzano ampiamente la nostra vita in modi che non immaginiamo neanche.
Semplificando, l’approccio per sconfiggere la paura può essere scandito in due fasi.
In una prima fase ci rendiamo conto o sospettiamo di avere delle paure che influenzano o addirittura invalidano la nostra vita quotidiana e scegliamo di iniziare un percorso di risanamento delle nostre ferite. Se rimaniamo in una relazione insoddisfacente o in un posto di lavoro che non ci soddisfa o ci causa estremo malessere o ancora ci isoliamo dalle persone – tanto per fare alcuni esempi – possiamo esser sicuri che alla base delle nostre scelte ci siano importanti paure. Anche il sentirsi “bloccati” è un segno che la paura sta ostacolando il fluire delle cose.
In questo processo, delicato e impegnativo, l’amore e l’accettazione per noi stessi sono fondamentali, così come la compassione per le nostre fragilità e per le difese che inevitabilmente abbiamo eretto a protezione. Giudicarci e disapprovarci sarebbe come aggiungere benzina ad un incendio. È necessario del tempo (e spesso un aiuto da persone qualificate) per prendere consapevolezza di quali paure risiedano nel nostro nucleo più profondo e guidino da tempo il nostro agire. Solo così possiamo trovare quella fiducia e quello spazio necessari a contenere la vulnerabilità, l’insicurezza e l’imprevedibilità, insiti nell’essere uomini adulti e nello stare al mondo.
Fare esperienza di paura e dolore ci ammorbidisce, ci rende più profondi e interi. Ci dà la misura della nostra complessità e bellezza e fa nascere in noi un profondo rispetto per il cammino che compiamo. Ad un livello ancor più profondo, affrontare e abbracciare le nostre paure ci apre un passaggio verso una profonda connessione con l’esistenza.
Questa prima fase di riflessione e introspezione può richiedere tempi variabili, ed è senz’altro una fase fondamentale del processo, ma non è sufficiente. È necessario che a questa ne segua una seconda.
Infatti, entrare a fondo nelle nostre paure può, in un primo momento, paralizzarci. Renderci conto di quanto profondi e numerosi siano i nostri timori può, a sua volta, essere terrorizzante e darci la sensazione di essere incapaci di uscirne e di affrontarli. Proprio per questo diventa fondamentale agire, per non farci risucchiare e immobilizzare dalle paure di cui ora siamo consapevoli.
Bisogna, quindi, sviluppare energia, fiducia e forza. Per fare questo, è necessario includere nella nostra vita un certo livello di rischio, che ci aiuterà ad acquistare sicurezza, fiducia in noi stessi e autostima. Gli ambiti di rischio si differenziano da persona a persona, a seconda delle aree in cui ognuno di noi si sente “bloccato”. Per alcuni potrebbe trattarsi dell’area delle relazioni, per altri della soddisfazione professionale, altri ancora potrebbero sentirsi in difficoltà nell’accogliere tempo libero e divertimento, accanto ai doveri di tutti i giorni. La paura frena, blocca, spegne. Toglie libertà e movimento, ci priva di agilità e iniziativa, coraggio e creatività. Dovunque sentiamo queste sensazioni, è molto probabile che la paura stia agendo da dietro le quinte. Le aree della nostra vita in cui siamo stati “bloccati” dalla paura sono probabilmente anche le aree in cui i nostri desideri di riuscita e realizzazione erano più fervidi e intensi.
Dunque, chiediamoci: Cosa posso fare oggi/questa settimana/questo mese per fare un passo verso il mio desiderio? Verso una vita più piena e rotonda?
Il rischio che accettiamo deve essere tale da mettere alla prova le nostre paure, ma allo stesso tempo da non lasciare che sensazioni di fallimento e di impotenza ci schiaccino. Se il passo che facciamo verso il nostro desiderio non comporta alcun rischio, probabilmente non stiamo uscendo dalla nostra zona sicura (che in inglese è chiamata comfort zone), ma se facciamo un passo troppo lungo rischiamo di fallire e non voler riprovare a sconfiggere la paura.
Attenzione: per rischio, non si intende un’azione che ci ponga in pericolo. Bensì un’azione che ci costi una qualche fatica emotiva. Un’azione che, per paura appunto, eviteremmo di compiere, pur desiderando compierla. E se non sappiamo cosa fare, o temiamo di fare scelte sbagliate, cominciamo con piccoli passi. Misuriamoci con scelte piccole che non hanno grossi rischi (oggi prendo la macchina o vado in autobus?) e poi man mano alleniamo il muscolo della capacità decisionale in questioni via via più importanti. Ma ricordiamoci che qualunque azione (ovviamente che non arrechi danno né a noi né agli altri) è meglio di una non-azione, per tirarci fuori dalla paralisi.
Il muscolo atrofizzato che va riallenato per sconfiggere la paura si chiama coraggio. La tentazione potrebbe essere quella di leggere un libro in più, rifletterci più a lungo, fare qualche altra seduta di analisi, prima di… ma la verità è che non avremo mai abbastanza esperienza per buttarci con sicurezza. Non saremo mai pronti. La vita è rischio e richiede coraggio. Il coraggio non è assenza di paura (quella è incoscienza), bensì essere spaventati a morte e farlo comunque.
Difficilmente le paure si eliminano completamente. Si impara a ridurne il volume. Si impara ad agire lo stesso. Il fatto di conoscerle le rende meno spaventose e più governabili. Smettono di irrompere improvvisamente quando meno ce lo aspettiamo. Impariamo ad avvertire come si manifestano e ci accorgiamo di come e quando tentano di pilotare la nostra mente e prendere il sopravvento. Diventano compagne di strada.
Tutto quello che desideriamo è dall’altra parte della paura. Qualunque sia il nostro desiderio, dobbiamo iniziare adesso se voglia sconfiggere la paura. Se aspettiamo di sentirci pronti, potremmo aspettare troppo a lungo. L’esperienza è solo una piccola parte dell’equazione, il resto è coraggio, amore per noi stessi e per la vita.
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